Pace e serenità. Queste sono le sensazioni che si provano arrivando nella verde piana di Tiglieto e abbracciando con lo sguardo il panorama bucolico che fa da cornice al complesso dell’Abbazia.
Fondata nel 1120, l’abbazia di Santa Maria e Santa Croce di Tiglieto fu il primo monastero cistercense costruito in Italia e al di fuori del territorio francese. Il complesso di impianto romanico è costituito dalla chiesa, dal convento e dal refettorio sui tre lati del chiostro, delimitato sul quarto lato dagli spazi destinati ad uso agricolo. In pieno Medioevo, all’arrivo dei primi monaci da Cîteaux, la piana di Tiglieto era disabitata, circondata da fitti boschi, isolata dalle montagne retrostanti e resa paludosa dalla vicinanza del fiume Orba.
In epoca medievale il ruolo dei “frati di Cîteaux” fu determinante per lo sviluppo culturale ed economico del territorio e le tracce della loro attività sono ancora visibili nei terreni della piana. L’ordine religioso, che aveva nelle sue regole la solitudine, la povertà, la preghiera e la meditazione affiancati al lavoro manuale, doveva essere totalmente autosufficiente.
La piana e le zone limitrofe divennero così estremamente produttive: boschi di castagni che fornivano legna, frutti e farina, numerose greggi e animali da cortile, l’apicoltura e coltivazioni agricole rappresentavano una parte dell’attività contadina promossa dalla presenza dei monaci, che grazie alle loro capacità tecniche, riuscirono anche a coinvolgere la comunità negli interventi di bonifica delle aree paludose. Il territorio ancora oggi conserva tracce dell’operosità dei monaci: dai resti di antichi mulini lungo il corso dell’Orba alle fornaci utilizzate per cuocere i mattoni utilizzati per ampliare il complesso con il crescere della comunità. Punto di riferimento religioso per la comunità cristiana, la Badia giocò spesso un ruolo importante anche negli equilibri politici e nelle contese tra papato e famiglie nobiliari e non sempre la serenità trasmessa dai luoghi corrispose ad una tranquilla quotidianità: il complesso monastico fu oggetto di aggressioni, ruberie e violenze che turbarono la comunità.

Alla fine del 1200 inizia il lento, ma progressivo, declino del monastero: il numero dei monaci si riduce e i possedimenti dell’Abbazia iniziano ad essere ceduti. Ormai disabitata, nella seconda metà del 1600 la Badia con tutte le sue dipendenze entra a far parte del patrimonio della famiglia Raggi, che ancora oggi ne cura la gestione.

Recentemente il complesso è stato oggetto di una serie di interventi di restauro, il più recente dei quali ha interessato il chiostro, riportando all’antico splendore questo patrimonio di architettura romanica.

Per ulteriori dettagli storici ed architettonici rimandiamo ai seguenti due link:

Dettaglio by cistercensi.info

Dettaglio by culturainliguria